Baruch Spinoza occupa un posto di grande rilievo nella tradizione filosofica occidentale e i suoi scritti continuano a ispirare intellettuali e filosofi con- temporanei. Quali sono i principali aspetti del suo pensiero che lo rendono ancora così presente nel dibattito filosofico, scientifico e politico attuale? Innanzitutto, Spinoza è il filosofo moderno che più ha messo al centro del suo interesse il “conseguimento della perfezione umana”, intesa come vita improntata alla serenità dell’animo, quale conseguenza della conoscenza e della libertà. Sotto questo punto di vista, un passo della sua prima opera – il Trattato sull’emendazione dell’intelletto (1658-59), scritto quando Spinoza non aveva ancora trent’anni – è giustamente famoso: Dopo che l’esperienza mi ebbe insegnato che tutte le cose che frequentemente si incontrano nella vita comune sono vane e futili, quando vidi che tutti i beni che temevo di perdere e tutti i mali che temevo di ricevere non avevano in sé nulla né di bene né di male, se non in quanto l’animo ne era turbato, decisi infine di ricercare se si desse qualcosa che fosse un bene vero e condivisibile, e dal quale soltanto, re- spinti tutti gli altri, l’animo fosse affetto; anzi, se esistesse qualcosa grazie al quale, una volta scoperto e acquisito, godessi in eterno una gioia continua e suprema. Questo atteggiamento – che ricorda alcuni tratti dell’etica stoica – non è in- teso però come valido solo per il singolo, concepito in isolamento dal mondo e dalla comunità politica. Al passo citato, segue infatti subito dopo un’im- portante precisazione: «È costitutivo della mia felicità anche adoperarmi a che molti altri intendano la stessa cosa che intendo io». Non si dà felicità individuale se non all’interno di una società in cui il singolo possa trovare una convivenza pacifica, rispettosa, cooperativa, all’interno di un ordina- mento statale che garantisca la libertà di ciascuno. Spinoza fu un pensatore “scandaloso”, tacciato a lungo di ateismo, materiali- smo, libertinismo. L’“empietà” di Spinoza deriva dal fatto che ha negato alcu- ni dei concetti fondamentali su cui si era costruita gran parte della metafisica occidentale, nelle sue radici greche e giudaiche: l’esistenza di un Dio persona- le, concepito antropomorficamente, è da lui rigettata come superstizione, e Dio viene identificato con la natura stessa. Spinoza nega anche la provviden- za, e ogni presunto “disegno intelligente” della natura o della storia garantito da un Dio, che possa giustificare il ricorso a “cause finali”; nega inoltre l’im- mortalità dell’anima, se intesa come anima personale propria di ciascuno. Queste tesi, che furono a lungo considerate “empie”, se rettamente intese, sono in consonanza con molti aspetti della cultura e della scienza a noi con- temporanee: basti pensare allo sforzo di collocare ogni ente e ogni sua mani- festazione all’interno della natura, senza eccezioni, o al ruolo delle passioni, al riconoscimento della loro forza e della possibilità che abbiamo di trasfor- marle per favorire lo sviluppo del pensiero e della conoscenza; alle sue posi- zioni politiche di stampo democratico, alla difesa della libertà di pensiero e di espressione, alla separazione tra fede e filosofia: tutti temi che meritano ancora il nostro studio e la nostra attenzione.

Baruch Spinoza / Velotti, Stefano. - (2019), pp. 245-286.

Baruch Spinoza

STEFANO VELOTTI
2019

Abstract

Baruch Spinoza occupa un posto di grande rilievo nella tradizione filosofica occidentale e i suoi scritti continuano a ispirare intellettuali e filosofi con- temporanei. Quali sono i principali aspetti del suo pensiero che lo rendono ancora così presente nel dibattito filosofico, scientifico e politico attuale? Innanzitutto, Spinoza è il filosofo moderno che più ha messo al centro del suo interesse il “conseguimento della perfezione umana”, intesa come vita improntata alla serenità dell’animo, quale conseguenza della conoscenza e della libertà. Sotto questo punto di vista, un passo della sua prima opera – il Trattato sull’emendazione dell’intelletto (1658-59), scritto quando Spinoza non aveva ancora trent’anni – è giustamente famoso: Dopo che l’esperienza mi ebbe insegnato che tutte le cose che frequentemente si incontrano nella vita comune sono vane e futili, quando vidi che tutti i beni che temevo di perdere e tutti i mali che temevo di ricevere non avevano in sé nulla né di bene né di male, se non in quanto l’animo ne era turbato, decisi infine di ricercare se si desse qualcosa che fosse un bene vero e condivisibile, e dal quale soltanto, re- spinti tutti gli altri, l’animo fosse affetto; anzi, se esistesse qualcosa grazie al quale, una volta scoperto e acquisito, godessi in eterno una gioia continua e suprema. Questo atteggiamento – che ricorda alcuni tratti dell’etica stoica – non è in- teso però come valido solo per il singolo, concepito in isolamento dal mondo e dalla comunità politica. Al passo citato, segue infatti subito dopo un’im- portante precisazione: «È costitutivo della mia felicità anche adoperarmi a che molti altri intendano la stessa cosa che intendo io». Non si dà felicità individuale se non all’interno di una società in cui il singolo possa trovare una convivenza pacifica, rispettosa, cooperativa, all’interno di un ordina- mento statale che garantisca la libertà di ciascuno. Spinoza fu un pensatore “scandaloso”, tacciato a lungo di ateismo, materiali- smo, libertinismo. L’“empietà” di Spinoza deriva dal fatto che ha negato alcu- ni dei concetti fondamentali su cui si era costruita gran parte della metafisica occidentale, nelle sue radici greche e giudaiche: l’esistenza di un Dio persona- le, concepito antropomorficamente, è da lui rigettata come superstizione, e Dio viene identificato con la natura stessa. Spinoza nega anche la provviden- za, e ogni presunto “disegno intelligente” della natura o della storia garantito da un Dio, che possa giustificare il ricorso a “cause finali”; nega inoltre l’im- mortalità dell’anima, se intesa come anima personale propria di ciascuno. Queste tesi, che furono a lungo considerate “empie”, se rettamente intese, sono in consonanza con molti aspetti della cultura e della scienza a noi con- temporanee: basti pensare allo sforzo di collocare ogni ente e ogni sua mani- festazione all’interno della natura, senza eccezioni, o al ruolo delle passioni, al riconoscimento della loro forza e della possibilità che abbiamo di trasfor- marle per favorire lo sviluppo del pensiero e della conoscenza; alle sue posi- zioni politiche di stampo democratico, alla difesa della libertà di pensiero e di espressione, alla separazione tra fede e filosofia: tutti temi che meritano ancora il nostro studio e la nostra attenzione.
2019
Gli strumenti del pensiero. La filosofia dai presocratici ai nuovi media.
9788842116899
Storia della filosofia moderna; didattica della filosofia; Baruch Spinoza
02 Pubblicazione su volume::02a Capitolo o Articolo
Baruch Spinoza / Velotti, Stefano. - (2019), pp. 245-286.
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11573/1243133
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